Tagli alle garanzie, prestiti a rischio

Decreto Sostegni Bis. Lo studio del Gruppo NSA: dopo il picco a maggio e a dicembre 2020, il flusso dei prestiti garantiti è in calo. Se il trend del primo quadrimestre proseguirà nei mesi successivi ci sarà un risparmio implicito di oltre 25 miliardi.

La scelta di ridurre le garanzie sui finanziamenti pubblici, soprattutto per quelli con una durata superiore a 6 anni, prevista nel decreto Sostegni bis potrebbe aumentare i rischi di default delle imprese e produrre una stretta sul credito. È la conclusione alla quale giunge l'Ufficio Studi del Gruppo NSA, mediatore creditizio per le imprese, dopo aver elaborato l'andamento dei prestiti garantiti dallo Stato dalla loro attivazione ad oggi e aver stimato cosa potrebbe accadere nel corso di quest'anno. Analizzando il trend di questi prestiti tra la fine del 2020 e l'inizio di quest'anno, NSA ha messo in evidenza come in realtà, dopo aver segnato due fasi di picco a maggio e a dicembre dello scorso anno, il flusso delle richieste e degli importi è in progressivo calo.  [...]

«Questa è una fase molto delicata - spiega Gaetano Stio, presidente di NSA -. La riduzione del finanziamento medio mostra che le banche si stanno muovendo con circospezione e stanno aspettando di vedere come chiuderanno i bilanci 2020 delle aziende. È sicuro che per buona parte di queste l'esercizio non sarà di certo migliore del 2019. E se i bilanci non saranno buoni, una riduzione della garanzia può causare un gap di liquidità non indifferente». L'entrata in vigore delle regole Eba sulle nuove definizioni di default per i crediti, poi, certo non aiuta. «La nostra proposta è che si faccia un intervento diverso, anche alla luce dei risparmi che arriveranno dalla riduzione del trend dei prestiti - continua Stio -. Il governo potrebbe decidere di allungare il periodo di preammortamento e la durata del prestito a quelle imprese che utilizzano i finanziamenti per gli investimenti. E potrebbe lasciare per altri sei mesi il quadro delle garanzie così come è ora». [...]

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